ASSISTENZA - Essica Srl Macchine ed impianti per pastifici - Fresh and Precooked Pasta Lines

1Richiedi le credenziali a info@essica.it
2Verifica la tua email
3Inserisci nel LOGIN le tue credenziali

Per qualsiasi problema inviaci una email a info@essica.it. Grazie!

Orario uffici

Lunedì-Venerdì  9:00AM - 12:00AM
                      14:00PM - 17:00PM
Sabato solo su appuntamento!

CREA IL TUO ACCOUNT

*

*

*

*

*

*

HAI PERSO LA TUA PASSWORD?

*

Tabella di confronto

Tabella di crescita di alcuni batteri (escluse spore, tossine, ecc.) in relazione ad alcuni parametri ambientali.

ORGANISMO
Temperatura
Acidità
Attivita dell’acqua
Ambiente
 
°C
pH
Aw
 
 
minima
ideale
massima
minima
ideale
massima
minima
ideale
massima
 
                     
Salmonella spp.
5
35 ÷ 43
46,2
3,8
7 ÷ 7,5
9,5
0,93
0,99
>0,99
Facoltativo anaerobio ***
Clostridium botulinum
                   
A & B proteolitico
10
35 ÷ 37
50
4,6
 
9
0,935
Anaerobio **
B non proteolitico
3.3
20 ÷ 30
35
5,0
   
0,970
Anaerobio **
E non proteolitico
3,3
15
30
5,0
   
0,970
Anaerobio **
                     
Staphylococcus Aureus
6,5
37
48
4
6 ÷ 7
9,8
0,83
0,98
>0,99
Facoltativo anaerobio
Campylobacter jejuni
30 ÷ 32
42 ÷ 43
45
4,9
6,5 ÷ 7,5
9
0,987
0,997
-
Anaerobio *
Yersinia enterocolitica
-1,3
25 ÷ 37
42
4,2
7,2
9,6
0,95
-
-
Facoltativo anaerobio ***
Listeria monocytogens
-0,4
37
45
4,39
7
9,4
0,92
-
-
Facoltativo anaerobio ***
Vibrio parahaemolyticus
5
37
43
4,8
7,8 ÷ 8,6
11
0,940
0,981
0,996
Facoltativo anaerobio ***
Clostridium perfringens
4,5
43 ÷ 47
50
5,5 ÷ 5,8
7,2
8 ÷ 9
0,95
0,96
0,98
Anaerobio **
Bacillus cereus
4
30 ÷ 40
55
5
6 ÷ 7
8,8
0,92
-
-
Aerobio
Escherichia coli
5
28
44 ÷ 46
4,5
6 ÷ 7
9
0,95
0,995
-
Facoltativo anaerobio ***
Legenda
* limite di livello di ossigeno
** mancanza di ossigeno
*** aumenta l’uno o l’altro con o senza ossigeno

Staphylococcus aureus

Lo  Staphylococcus Aureus fa parte di un ampia famiglia di batteri denominata Staphylococcus caratterizzata da una  forma sferica (cocco), Gram-positivi, anaerobio facoltativi, riuniti in ammassi irregolari a forma di grappolo comprendenti una trentina di specie e tra le più importanti citiamo:
  • S. Epidermidis normalmente presente nella cute e negli apparati respiratori non è patogeno e non è invasivo sono coagulasi negativi e tendono a non essere emolitici.
  • S. Saprophyticus causa infezioni delle vie urinarie specialmente nelle donne giovani.
  • S. Aureus patogeno invasivo saprofita delle mucose e della cute di uomo ed animali. Oltre ad essere il più virulento del genere Stafilococcus, provocando setticemie, intossicazioni alimentari e polmoniti ha una elevata abilità nel generare nuovi ceppi capaci di resistere agli antibiotici e quindi l’uso ingiustificato di quest’ultimi favorisce l’emergere di nuovi batteri resistenti alle medicine. Il potere patogeno è causato dalla capacità di produrre una enorme varietà di sostanze patogene extracellulari e tra le più importanti citiamo:
    • Enterotossine: Ci sono almeno sei (A-F) tossine composte da proteine semplici solubili sono resistenti all’azione di numerosi enzimi proteolitici e mantengono inalterata la loro attività biologica dopo esposizione a temperature anche molto elevate. Nell’uomo i principali sintomi dell’intossicazione da enterotossina stafilococcica sono rappresentati dal vomito e diarrea, che insorgono dopo l’ingestione di cibi contenenti l’enterotossina in particolare di tipo A e D.
    • Coagulasi: La coagulasi è una proteina con attività enzimatica che in combinazione con un fattore plasmatico coagula il plasma, provocando  il deposito di uno strato protettivo di fibrina intorno alla cellula batterica, ostacolando così la fagocitosi da parte dell’organismo ospite o la loro distruzione all’interno di tali cellule. Quindi la produzione di coagulasi è sinonimo di potenziale patogeno.
    • Oltre ad attività proteolitica ossia di dissoluzione delle proteine e di attività lipolitica ossia di disgregare i grassi sono prodotte anche altre sostanze extracellulari tra le quali citiamo:
      • Ialuronidasi Questo enzima agisce da fattore diffusore, facilitando non soltanto la diffusione del processo infettivo, ma anche di tutti i prodotti tossici elaborati dagli stessi stafilococchi.
      • Stafilochinasi Questo enzima agisce convertendo il plasminogeno in plasmina, enzima proteolitico capace di attaccare i coaguli di fibrina trasformandoli in prodotti solubili.
Lo Staphylococcus aureus cresce a temperature comprese tra i 7 e i 48°C, quindi negli alimenti normalmente refrigerati a 4°C la crescita è inibita, con un’attività dell’acqua Aw compresa tra 0,86-0,99 può inoltre crescere in ambienti con alte concentrazioni di NaCl (25%), quindi il sale non ha un’azione stabilizzante, mentre risulta inattivo con un pH al di sotto del 4,2 o a pH del 5,1 con la presenza del  0,1% di acido acetico. L’azione patogena del Staphylococcus aureus è causata principalmente dalla ingestione di cibi contenenti almeno 106 ufc/g di enterotossine precostituite che a differenza del batterio, che è termolabile, risultano molto resistenti al calore anche a temperature prossime ai 100°C per oltre 30 minuti. Gli alimenti anche se altamente contaminati non presentano di solito alterazioni organolettiche o di consistenza e di norma sono dei preparati piuttosto complessi soggetti a molte manipolazioni preferibilmente ricchi di lipidi, zuccheri e poco acidi come:
  • Preparati a base di carne come pasticci vari, brodi e insaccati come salumi, porchette, ecc..
  • Creme, maionesi o patê in genere.
  • Prodotti a base di latte fresco prodotto da mucche mastitiche.
  • Piatti pronti o alimenti già cucinati.
Mentre le contaminazioni dovute a cause ambientali sono principalmente dovute a:
  • Manipolazioni effettuate da operatori che non rispettano le condizioni igieniche in quanto lo Staphylococcus Aureus è presente normalmente nella pelle, nella mucosa naso-faringea, e nell’intestino ed inoltre nei diversi tipi di lesioni come foruncoli, piaghe, ferite in genere, ecc..
  • Errate modalità di conservazione degli alimenti già cucinati stoccati in condizioni e a temperature non idonee che favoriscono la produzione di tossina, nel caso il microorganismo sia presente, facilitatata anche dall’assenza della microflora antagonista.
I metodi per prevenire o eliminare l’intossicazione alimentare causata dal Staphylococcus aureus sono:
  • Calore La termoresistenza delle enterotossine è molto elevata per esempio l’enterotossina tipo B puo resistere per 100 minuti a 150°C con un’attivita dell’acqua Aw del 0,99 oppure alla medesima temperatura puo resistere 225 minuti con un Aw del 0,90 pertanto in presenza di enterotossine i trattamenti termici non hanno alcun effetto mentre nel caso di presenza delle solo batterio i trattamenti termici lo inattivano, per i prodotti a base di carne,  generalmente a 75°C per 15 secondi. I parametri di processo vanno calcolati soprattutto in base al substrato presente in quanto la presenza di acidi grassi, la percentuale di NaCl e l’attività dell’acqua Aw condizionano in modo sostanziale l’efficacia del trattamento.
  • Atmosfera modificata Lo Staphylococcus aureus è anaerobio e aerobio pertanto cresce negli alimenti freschi non confezionati e in misura minore anche in quelli confezionati sottovuoto in quanto predilige la presenza di ossigeno. In presenza di almeno 80% di CO2 la crescita microbica risulta sostanzialmente ridotta.

Condizioni di crescita e produzione tossine

Temperatura  °C
 
Crescita
Produzione tossina
minima
6
10 ÷ 20
ideale
38
38 ÷ 40
massimo
47,8
45
pH
redox +
redox -
minima
4
4,5 ÷ 5
5,5 ÷ 6
ideale
6 ÷ 7
6,8 ÷ 7
6,8 ÷ 7
massimo
9,8
8
8
Aw
redox +
redox -
redox +
redox -
minimo
0,90
0,82
0,85
0,94
redox
+30 ÷ -250
+30 ÷ -250

Listeria monocytogenes

Listeria genere di batteri ubiquitari capace di resistere per lunghi periodi nell’ambiente e di passare da un organismo animale all’ambiente e viceversa con la massima facilità, sono tendenzialmente aerobi, Gram positivi e asporigeni. Sono stati suddivisi in 7 specie e al momento solo una risulta patogena per l’uomo e sono:

  • L. Ivanovii si sospetta patogenicità negli ovini.
  • L. Innocua al momento non di interesse alimentare.
  • L. Seeligeri al momento non di interesse alimentare.
  • L. Welshimeri al momento non di interesse alimentare.
  • L. Grayi al momento non di interesse alimentare.
  • L. Murrayi al momento non di interesse alimentare.
  • L. Monocytogenes Specie che conta almeno una decina di sierotipi che causano la listeriosi che si manifesta con setticemie, meningiti, encefaliti o infezioni cervicali sicuramente patogene per l’uomo soprattutto se imunodepresso. In un adulto immunodepresso per poter provocare infezioni devono essere presenti almeno 103 u mentre in adulti con sistema immunitario “normale” la carica infettante deve essere di almeno 109u. La virulenza del batterio è determinata dalla capacità di superare senza danni la barriera gastrica ed inoltre di sopravvivere nell’intestino in presenza di sali biliari e antibatterici invadendo progressivamente le viscere dell’organismo attraverso il sangue senza venire a contatto con gli anticorpi. Pertanto la troviamo a livello enterico oppure in altri distretti organici come quelli riproduttivi o mammari. Resiste molto bene ai stress ambientali anche da quelli indotti da processi industriali; resiste molto bene in concentrazioni di NaCl superiori al 10%, a valori di Aw inferiori a 0,93 e a temperature di –18°C fino a 9 mesi mentre la crescita è assente o moderata in condizioni completamente anaerobie o con valori di pH inferiori a 5,5. Gli alimenti che se contaminati causano infezioni sono soprattutto quelli consumati crudi come:
    • Prodotti ittici in genere sia crudi che marinati o affumicati.
    • Carni crude di tutti i tipi ed in particolare i prodotti da salumeria.
    • Latte fresco non pastorizzato contaminato da materiali fecali.
    • Prodotti lattiero caseari fermentati soprattutto formaggi molli con “crosta fiorita” come gorgonzola e tome.
    • Vegetali in genere concimati con concimi organici o irrigati con acque contaminate.

 I metodi per prevenire l’intossicazione alimentare causata dal L. Monocytogenes sono:

  • Calore Il processo di pastorizzazione è molto efficace e riduce od elimina la  contaminazione da L. Monocytogenes riportando i valori nella norma. I parametri di processo vanno calcolati anche in base al substrato presente in quanto la presenza di acidi grassi o di leucociti diminuiscono l’efficacia del trattamento. Per esempio nel latte scremato risulta normalmente efficace un trattamento a 72°C per 15 secondi mentre per il latte intero il tempo di trattamento, a parità di temperatura, deve essere almeno di 20 secondi. Inoltre se il processo non avviene in modo accurato senza raggiungere i parametri letali si è notato che, in presenza di acidi grassi, la termoresistenza aumenta di almeno il doppio aumentando la resistenza termica del ceppo microbico.
  •  Additivi Il controllo mediante additivi attualmente consentiti per la conservazione degli alimenti sono:
    •  Acido sorbico, benzoico e rispettivi sali o esteri dell’acido benzoico Le loro capacità di inattivare la L. Monocytogenes è molto nota nell’industria alimentare che li usa anche per la loro azione nei confronti di muffe, lieviti e batteri soprattutto se catalasi positivi e aerobi. Pertanto hanno un ampio spettro d’azione che concorre al prolungamento dello shelf-life di molti prodotti alimentari. Ogni additivo ha una efficacia subordinata da una serie di fattori tra cui pH, temperatura e concentrazioni che vanno di volta in volta determinati in virtù anche della presenza di ulteriori acidi organici presenti nell’alimento che potrebbero favorire o inibire la loro efficacia.
    • Nisina Capace di inibire la L. Monocytogenes soprattutto nei prodotti carnei e nei prodotti caseari fermentati viene usato da molto tempo anche se la presenza di questo conservante genera la comparsa di ceppi ad esso resistenti. La nisina fa parte delle batteriocine, gruppo di peptidi o di proteine complesse, dotate di attivita antimicrobica.
    • Nitrito Viene usato soprattutto per l’azione di controllo nei confronti della L. Monocytogenes e la sua efficacia oltre ad esseree legata ad una serie di fattori quali pH, temperatura e concentrazioni di NaCl è favorita da alte concentrazioni di acido lattico.
    • Lisozima Enzima naturale presente nell’albume dell’uovo usato nell’industria alimentare oltre che per la sua azione di controllo della L. Monocytogenes e di altri microorganismi Gram-positivi anche per le sue capacità di resistere a processi di pastorizzazione spinti in quanto stabile a temperature tra i 5 e i 95°C e in un ampio intervallo di pH. La sua efficacia nei confronti della L. Monocytogenes oltre ad essere maggiore in assenza di NaCl è particolarmente rivolta  nei prodotti vegetali che non nei prodotti a base di carne ed inoltre risulta nulla se addizionato nel latte intero per la presenza di microflora antagonista, acidi lattici.
    • Fermenti lattici La loro capacità di antagonizzare la flora indesiderata o patogena con alcuni metaboliti, come le batteriocine o sostanze battericino simili, è nota ormai da tempo nell’industria alimentare che li usano come conservanti alimentari naturali. Vengono preferiti in quanto le batteriocine prodotte sono stabili ed immediatamente disponibili ed inoltre non influenzano la qualità del prodotto finito.
  • Atmosfera modificata Il genere listeria è anaerobio e aerobio pertanto cresce sia negli alimenti freschi non confezionati sia in quelli confezionati sottovuoto inoltre cresce anche in presenza di N2 e anche a temperature di refrigerazione rappresentando un serio pericolo per la sicurezza dei prodotti alimentari. La crescita del microorganismo diminuisce con l’aumentare della concentrazione di CO2 e si ha una completa inibizione quando la percentuale di anidride carbonica, presente nei prodotti confezionati, ha una percentuale di almeno 80%.
  • Sanificanti Per una efficace azione contro L. Monocytogenes presente nelle attrezzature di lavorazione non basta usare sanificanti a base di cloro, composti di ammonio quaternario o acidi disinfettanti in quanto il microorganismo aderisce alle superfici formando un biofilms difficile da rimuovere con la normale pulizia. Pertanto la pulizia va effettuata o mediante un’azione chimica combinata con un’azione meccanica, che può essere effettuata stroffinando in modo energico le superfici contaminate, oppure attraverso l’uso di acqua calda, con una temperatura non inferiore a 80°C, spinta ad alta pressione sulle superfici contaminate. I cloroderivati nonostante risultino i meno efficaci a causa dell’inattivazione della materia organica permettono una idonea sanificazione con una  soluzione di 100-120 ppm di cloro libero con un tempo di contatto di almeno 1 minuto.
  • Lavorazione Essendo presente normalmente nella flora intestinale degli animali a sangue caldo è ovvio che la contaminazione delle carni avviene soprattutto durante la macellazione e l’eviscerazione e quindi queste operazioni devono essere effettuate con cura inoltre, durante la lavorazione, deve essere eseguita una pulizia sistematica dei coltelli, dei tavoli e in genere dell’ambiente circostante di lavoro. Occorre inoltre porre la massima attenzione al fine di evitare la successiva ricontaminazione con i prodotti crudi al rigoroso rispetto della separazione dei cicli di produzione.
  • Allevamento Il primo passo per diminuire la presenza e la conseguente propagazione va effettuata negli allevamenti con interventi tali da ridurre la quantità di microganismi patogeni di natura enterica. Questi interventi oltre a curare la pulizia e la salubrità dell’acqua di bevanda degli animali devono essere orientati in un azione preventiva con l’impiego di modulatori di flora intestinale tali da prevenire la colonizzazione da parte di batteri potenzialmente patogeni. A tale scopo si usano batteri competitori ossia miscele batteriche probiotiche composte da lactobacilli, bifidobatteri o lieviti oppure miscele composte da zuccheri in particolare lattosio, lattosaccarosio o i fruttooligosaccaridi o infine miscele contenenti acidi organici e inorganici in ogni caso capaci di diminuire la possibilità di soppravivenza e pertanto di mantenere la quantità di batteri patogeni enterici entro le soglie di sicurezza.

Caratteristiche biochimiche delle specie, genere Listeria

Caratteristiche
L.Grayi
L.Innocua
L.Ivanovii
L.Monocytogenes
L.Murrayi
L.Seeligeri
L.Welshimeri
ß-Emolisi
-
-
+
+
-
+
-
Camp test S.aureus
-
-
-
+
-
+
-
Camp test R.equii
-
-
+
-
-
-
-
Produzione di acido:
Amido solubile
+
-
-
-
+
nd
nd
Mannitolo
+
-
-
-
+
-
-
a-Metil-D-mannoside
nd
+
-
+
nd
-
+
L-Rammosio
-
d
-
+
d
-
d
D-Xilosio
-
-
+
-
-
+
+
Idrolisi ippurato
-
+
+
+
-
nd
nd
Riduzione nitrati
-
-
-
-
+
nd
nd
d: la percentuale di positivi varia da 12 a 92%
nd: non determinato

Salmonella Spp.

Salmonella genere di batteri della famiglia delle Enterobacteriaceae, aerobi e anaerobi facoltativi, asporigeni, Gram-negativi ossidasi-catalasi positivi. Tra oltre i 2000 tipi raggruppati in questa famiglia, i sierotipi più importanti che portano ad infezioni gastroenteriche sono legate soprattutto all’organismo o all’ambiente che maggiormente le ospita e vengono classificate in base alla loro pericolosità patogena in:

  • Salmonelle minori responsabili di molte patologie gastroenteriche umane derivate da ingestione di alimenti contaminati tra cui citiamo:
    • Specifiche per l’ospite animale sono patogene per gli animali e in misura minore anche  per l’uomo.
      • S. gallinarum (pollame)
      • S. abortus-suis (suini)
      • S. equi (equini)
      • S. choleraesuis (maiale)
    • Specifiche per l’ambiente ubiquitari (suolo, aria, acqua) sono patogene sia per l’uomo che per gli animali.
      • S. enteritidis
      • S. typhimurium
  • Salmonelle maggiori ad alto potere patogeno difficilmente trasmissibile dagli alimenti tra cui citiamo:
    • Specifiche per l’ospite uomo sono responsabili di patologie gravissime come tifo e paratifo.
      • S. typhi
      • S. paratyphi
In linea di massima tutti i sierotipi della salmonella devono essere considerati potenzialmente patogeni ma la virulenza dei singoli sierotipi puo variare in base a:
  • Fattori legati al microorganismo Ogni ceppo ha un suo personale potere patogeno molto diverso da quello di un altro che può anche essere 100.000 volte più virulento di un altro e la virulenza dipende dalle conoscenze del genoma e delle sequenze geniche complete che codificano le varie caratteristiche e comportamento.
  • Fattori legate all’ospite I soggetti molto giovani, anziani o con patologie croniche sono più esposti al pericolo di infezioni salmonellari per esempio in quest’ultimo caso i soggetti con Ipocloridria gastrica possono essere piu soggetti a queste infezioni a causa della ridotta capacità digestiva.
  • Fattori dell’alimento Alimenti ricchi di grasso, zuccheri o mangiati a stomaco vuoto facilitano il transito di salmonella verso l’intestino.
L’intossicazione alimentare avviene soprattutto con l’ingestione di alimenti contenenti una sufficiente quantità di batteri che per un organismo “normale” variano, in base al sierotipo responsabile dell’infezione, tra il 6x105 e 8x106 u. L’habitat primario è rappresentato dal tratto intestinale di numerosi animali ma può soppravivvere in moltissimi altri ambienti per periodi molto lunghi anche con attività dell’acqua molto bassa di almeno 0,40. Pertanto la si trova su alimenti secchi come, cioccolata, biscotti, arachidi, snack, ecc. contaminati dopo la loro preparazione oppure la si trova anche sulle polveri ambientali ove gli insetti assumono il ruolo di vettori veicolando la contaminazione sulle superfici o alimenti con cui vengono a contatto. Resiste molto bene anche alle basse temperature soprattutto in presenza di grassi o zuccheri, per esempio nel burro soppravivve per oltre 3 mesi a temperature di circa –20°C e nei vegetali per quasi un mese alle medesime condizioni, tuttavia si riscontra una sostanziale diminuzione tale però da non garantire la completa inattivazione batterica. Può crescere anche con pH prossimi a 4,3 ed è molto sensibile all’acido acetico e lattico mentre in presenza di acido citrico risulta più resistente.
L’intossicazione alimentare avviene soprattutto con l’ingestione di alimenti contenenti una sufficiente quantità di batteri come:
  • Carne di pollame cruda.
  • Insaccati non ben conservati a base di maiale, cavallo e bue.
  • Uova fresche o suoi derivati come la maionese.
  • Prodotti lattiero-caseari non pastorizzati.
  • Prodotti ittici crudi come pesci, crostacei e molluschi.
  • Creme e succhi di frutta non pastorizzati.
  • Vegetali in genere non accuratamente lavati.
Mentre le contaminazioni dovute a cause ambientali sono principalmente dovute a:
  • Manipolazioni effettuate da portatori sani.
  • Inquinamento dovuto dalla presenza di insetti o polveri.
  • Contatto accidentale con tessuti o organi di animali infetti.
  • Erronea conservazione degli alimenti pronti per il consumo soprattutto nella ristorazione collettiva.
Le infezioni da Salmonella sono in notevole aumento, soprattutto nei paesi industrializzati, e le cause principali sono da ricercarsi:
  • Aumento delle preparazioni nelle grandi cucine collettive.
  • Aumento del consumo di alimenti crudi o parzialmente cotti.
  • Errate modalità di conservazione di alimenti stoccati in condizioni e a temperature non idonee.
  • Lavorazioni di elevate quantità effettuate su impianti di grandi dimensioni aumentano la possibilità che un punto critico durante la fase produttiva possa creare una contaminazione generalizzata su numerosi prodotti preparati.
  • Diminuzione della resistenza dei singoli a causa di un’eccessiva igiene che diminuisce la presenza di anticorpi.
I metodi per prevenire o eliminare l’intossicazione alimentare causata da Salmonella sono:
  • Calore Il processo di pastorizzazione è molto efficace e i parametri di processo vanno calcolati soprattutto in base al substrato presente in quanto la presenza di acidi grassi, zuccheri ed altri elementi diminuiscono l’efficacia del trattamento. Nella carne risulta normalmente efficace un trattamento a 75°C per 15 secondi ovviamente nel caso di carne ad alto contenuto di grassi il tempo o la temperatura vanno aumentati per avere lo stesso effetto pastorizzante. Si fa notare che la tipologia del substrato condiziona in modo sostanziale l’efficacia del trattamento per esempio nel cioccolato al latte un trattamento efficace di pastorizzazione si ottiene a 90°C per oltre un ora.
  • Atmosfera modificata Il genere Salmonella è anaerobio e aerobio pertanto cresce sia negli alimenti freschi non confezionati sia in quelli confezionati sottovuoto inoltre cresce, anche se in misura minore rispetto all’aria, in presenza di N2 e a temperature di refrigerazione. La crescita del microorganismo varia in presenza di CO2 e in funzione della temperatura; a temperature di circa 10°C si ha una crescita in presenza di circa 20-50% di CO2 mentre con una percentuale di circa 80% la crescita microbica risulta sostanzialmente ritardata soprattutto a temperature ulteriormente inferiori.
  • Allevamento Il primo passo per diminuire la presenza e la conseguente propagazione della salmonella va effettuata negli allevamenti con interventi tali da ridurre la quantità di microganismi patogeni di natura enterica. Questi interventi oltre a curare la pulizia e la salubrità dell’acqua di bevanda degli animali devono essere orientati in un azione preventiva con l’impiego di modulatori di flora intestinale tali da prevenire la colonizzazione da parte di batteri potenzialmente patogeni. A tale scopo si usano batteri competitori ossia miscele batteriche probiotiche composte da lactobacilli, bifidobatteri, lieviti, ecc. oppure miscele composte da zuccheri in particolare lattosio, lattosaccarosio, fruttooligosaccaridi, ecc. o infine miscele contenenti acidi organici e inorganici in ogni caso devono essere capaci di diminuire la possibilità di soppravivenza e pertanto di mantenere la quantità di batteri patogeni enterici entro soglie di sicurezza.

Yersinia enterocolitica

Articolo In fase di completamento.

TOP