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Tabelle

Livelli dell’azione germicida dei disinfettanti

LIVELLO
forme vegetative
bacillo tubercolare
forme sporigene
alto
+
+
+
intermedio
+
+
-
basso
+
-
-

Esempi

DISINFETTANTE
CONCENTRAZIONE
LIVELLO
glutaraldeide
2%
alto
formaldeide + alcool
8% + 70%
alto
iodofori
30 ÷ 50 mg/l
intermedio
iodio + alcool
0,5% + 70%
intermedio
composti del cloro
0,1 ÷ 0,5%
intermedio
composti ammonio quaternario
0,1 ÷ 0,2%
basso

Disinfettanti a confronto

 
Vapore
Cloro
Iodofori
Quaternari
Acidi/basi
Attivi su G -
ottimo
buono
buono
buono
buono
Attivi su G +
ottimo
buono
buono
scarso
buono
Attivi su spore
buono
buono
sufficiente
scarso
suff. ÷ scarso
Attivi su batteriofagi
(pericolosi per l’integrità funzionale dei fermenti lattici)
ottimo
buono
buono
scarso
scarso
Sensibili su acque dure
no
no
leggermente
alcuni si, altri no
leggermente
Corrosivi
no
si
leggermente
no
leggermente
Irritanti
si
si
si
no
si
Sensibili ai mat. organici
no
quasi sempre
talvolta
talvolta
Incompatibili con:
materiali sensibili alle alte T
fenoli, amine, metalli
amido, argento
saponi, legno, gomma, cellulosa, nylon
tensioattvi cationici e detergenti alcalini
Stabilità
-
scompare rapidamente
scompare lentamente
stabili
stabili
Stabilità alte Temperature
(> 66°C)
-
instabile, alcuni composti stabili
molto instabili
stabili
stabili
Lascia residui attivi
no
no
si
si
si
Test per residui attivi
inutile
semplice
semplice
difficile
difficile
Tolleranza massima
USDA e FDA
-
200 ppm
25 ppm
200 ppm
200-400 ppm
Costo
costoso
molto economico
economico
costoso
costoso

Principali applicazioni dei disinfettanti

 
Acqua
Industrie alimentari
Disinfezione ospedaliera
Disinfezione
uso esterno
Cloro
SI
SI
SI
SI
Iodio-iodofori
NO
SI
SI
SI
Fenoli
NO
NO
SI
SI
Ossidanti
SI
NO
NO
SI
Sali quaternari
NO
SI
NO
SI
Aldeidi
NO
NO
SI
NO

Combinazione detergenti disinfettanti

DETERGENTI
DISINFETTANTI
Alcali inorganici
Ipocloriti
Composti clorogeni
Quaternari
Acidi inorganici
Tensioattivi non ionici
Iodofori
Tensioattivi anionici
Composti clorogeni
Tensioattivi non ionici
Quaternari
Iodofori

Incompatibilità disinfettanti - materiali

DISINFETTANTI
MATERIALI
Cloro
ferro - AISI serie 400
Iodofori
alluminio-rame-ottone-ferro
Quaternari d’ammonio
cellulosa-nylon-legno-gomma -materiali porosi
Composti ossidanti
alluminio-rame-ottone

Bibliografia

Sezione redatta da:

  • Flavia Visin
  • Fabio Cacco

Bibliografia:

  • Dipartimento di Sanità Pubblica - Estratto di "Quaderni di informo - La sanificazione nell’industria alimentare e negli allevamenti" a cura di Massimo Cardini, Morena Piumi, Roberto Seghedoni, Enrico Stefani del Servizio Sanitario Regionale Emilia-Romagna http://www.ausl.mo.it

Introduzione

La sanificazione prevede tutti quei trattamenti di natura fisica o chimica che sono effettuati affinché una superficie risulti pulita fisicamente: priva di sporco visibile, chimicamente: priva di residui di sostanze utilizzate nel trattamento, biologicamente: il numero e il tipo di microrganismi inizialmente presenti siano ridotti a un livello accettabile. Una superficie può essere considerata pulita quando è priva di tracce di contaminanti, non è untuosa al tatto, è inodore, non annerisce un fazzoletto di carta bianco strisciato e quando l’acqua versata cola uniformemente senza separarsi in goccioline.
Le operazioni di sanificazione, se condotte in modo appropriato, consentono di eliminare una parte notevole di microrganismi le cui cellule e spore trovano, anche grazie ai residui di lavorazione, condizioni favorevoli alla loro sopravvivenza ed alla loro proliferazione.
Tuttavia la sola detersione non garantisce, per quanto scrupolosa, il completo allontanamento dei contaminanti microbici.
La colonizzazione delle superfici di lavoro da parte dei batteri avviene in quattro stadi:
  • Condizionamento della superficie: quando un materiale solido è posto in un liquido, le molecole organiche, inorganiche e i batteri in esso presenti si concentrano sulla superficie, formando un “film di condizionamento”; ciò comporta, a livello dell’interfaccia solido-liquido, un accumulo di tali molecole e una più elevata concentrazione di nutrienti rispetto alla fase fluida.
  • Adsorbimento al substrato: reversibile, è caratterizzata da interazioni deboli, a lungo raggio, tra le cellule batteriche e il substrato (forze di van der Waals, forze elettrostatiche, donatori-accettori di elettroni), durante questa fase i batteri possono essere facilmente rimossi dal risciacquo.
  • Adesione delle cellule batteriche: irreversibile, le forze elettrostatiche tendono, per lo più, a ostacolare il contatto diretto tra cellula batterica e superficie, entrambe cariche negativamente, tuttavia esso si verifica ugualmente grazie alla presenza di appendici superficiali della cellula quali flagelli, fimbrie, pili e fibrille di esopolisaccaridi. In questa fase sono coinvolte forze a corto raggio: interazioni dipolo-dipolo, idrofobiche e legami idrogeno, ionici nonché quelli covalenti. La rimozione delle cellule richiede interventi più energici come lo spazzolamento e il raschiamento. I batteri adesi irreversibilmente crescono e si moltiplicano utilizzando i nutrienti presenti, ciò consente la formazione di microcolonie. In questo stadio sono prodotti ulteriori quantitativi di esopolimeri che facilitano l’ancoraggio delle cellule al substrato.
  • Colonizzazione: le microcolonie si espandono e si fondono tra loro formando uno strato di cellule che ricopre tutta la superficie. Se le superfici sono pulite e disinfettate regolarmente, il biofilm è inframmezzato da canali molto permeabili all’acqua; viceversa un’insufficiente trattamento determina una confluenza delle colonie fino a formare una vera e propria pellicola. La formazione del biofilm è un processo lento, anche se può raggiungere lo spessore di qualche millimetro in pochi giorni, determinanti sono la scabrosità della superficie, la presenza di residui proteici e la tipologia di microrganismi coinvolti. Le cellule batteriche presenti nei biofilm evidenziano un’aumentata resistenza ai trattamenti antimicrobici (fenomeno accentuato nel caso dei sali d’ammonio quaternario e dei peracidi), attribuibile alla ridotta diffusione nella matrice dei principi attivi, alla produzione di enzimi degradanti e ai ridotti ritmi di sviluppo dei batteri presenti negli strati più profondi. La sopravvivenza delle cellule microbiche che restano adese alle superfici dopo la detersione e la possibilità che tali cellule proliferino e colonizzino l’impianto produttivo rendono indispensabile un trattamento complementare alla detersione per ridurre i microrganismi a livelli infinitesimali: la disinfezione.

Lo scopo della sanificazione è distruggere tutti i batteri patogeni eventualmente presenti e ridurre al minimo la contaminazione batterica generica. Pertanto la sanificazione consta di due fasi in successione, un’efficace disinfezione presuppone sempre un’accurata detersione, solo in casi eccezionali e in ambienti poco insudiciati si possono associare detersione e disinfezione in un’unica fase pertanto si definisce:

  • Detersione, ovvero allontanamento dello sporco, per sottrarre ai microrganismi il loro terreno di sviluppo. Normalmente un detergente e formato da:
    • Tensioattivi (10-15%) classificati in:
      • Anionici
      • Non anionici
      • Cationici
      • Anfoteri
    • Prodotti complementari quali:
      • Coadiuvanti
      • Complessanti
      • Silicati sodici
      • Sospendenti
      • Ossidanti
      • Eccipienti
      • Deodoranti
      • Antischiuma
  • Disinfezione, ovvero impiego di agenti fisici o di molecole in grado di uccidere i microrganismi.
    • Disinfettanti fisici:
      • Calore
      • Radiazioni
      • Filtrazione
    • Disinfettanti chimici:
      • Cloroderivati
      • Iodio
      • Sostanze che liberano ossigeno come:
        • Acqua Ossigenata
        • Acido Peracetico
        • Pergamanato di Potassio
      • Quaternari d’ammonio
      • Alcoli
      • Tensioattivi anfoteri
      • Composti "Tego"
      • Acidi e basi come:
        • Acido Acetico
        • Acido Salicidico
        • Acido Lattico
        • Acido Muriatico
        • Acido Solforico
        • Idrossido di Sodio
      • Aldeidi come:
        • Formaldeide
        • Glutaraldeide
      • Composti fenolici
      • Biguanidi
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